Mattinata kafkiana



Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti mi ha scritto perchč la mia patente sta per scadere.
La lettera dice che devo solo fare una visita presso un medico autorizzato per ricevere un tagliando che arriverā direttamente a casa.
Ho pensato: “Che organizzazione! E che comoditā per il cittadino!”
Poi ho pensato: “Dove sarā un medico autorizzato?”; i solerti funzionari del Ministero non hanno certamente ricevuto disposizioni per comunicarmelo nella lettera, nč per comunicare altre utilissime informazioni; poi mi sono ricordata che la volta precedente ero andata in un apposito ufficio alla ASL; certo, in dieci anni l’ufficio aveva cambiato sede, ma ho tenuto una mattina libera dal lavoro e sono andata.

Arrivata alla ASL, un grande edificio con almeno cinque scale, chiedo ad un apposito Ufficio Informazioni dove devo andare e la solerte impiegata mi spiega dove č ubicato l’Ufficio per le patenti ma non ha ricevuto disposizioni per illuminarmi con altre utilissime informazioni; in pratica lei fa la mappa vivente.
Raggiungo il corridoio in questione; vengo indirizzata verso due porte con delle targhette totalmente inutili “Medico legale” - e basta.
“Chi č l’ultimo?” - sguardi attoniti e completamente spaesati di gente che non sa in quale delle due porte deve entrare, quindi neanche quale fila stia facendo.
Inoltre mi dicono che le visite sono lunghe e che poi bisogna uscire, andare a pagare alla cassa, quindi rientrare.
Mi chiedo fino a che ora siano aperti, nessuno lo sa, le targhette sono completamente inutili.
Quando esce uno chiedo dalla porta, rischiando il linciaggio per sospetto superamento di fila, e vengo a sapere che l’ultimo entra alle 12.00.
Faccio un rapido calcolo e mi rendo conto che farei inutilmente la fila. Me ne vado.

Libero un’altra mattinata e mi reco, questa volta senza incertezze, davanti alle due porte.
Trovo pochissima gente ma, nel giro di 5 minuti, mi ritrovo altre due persone davanti che porgono scuse tipo “Non avevo la marca da bollo” e “Non avevo il bollettino col versamento”.
Atroce sospetto…atroce sospetto…atroce sospetto…vaghe memorie vecchie di dieci anni…atroce sospetto.
Tocca a me, mi affaccio: “Un momento!”, la dottoressa mi guarda torvamente sopra le lenti; esco…”Avanti!”, poco dopo.
La dotoressa mi porge un foglio in cui č spiegato che devo portare una marca da bollo, un bollettino postale, codice fiscale e altre amenitā di cui nessun solerte impiegato aveva avuto disposizioni di informarmi.

Riesco in tempo record a fare tutto; a questo punto un ultimo ostacolo si frappone tra me e l’ambito certificato di guida.
Nella vecchia patente c’č scritto “Guida con lenti”; il foglietto della dottoressa dice che bisogna portare un certificato con la gradazione delle lenti, ma nel frattempo, io mi sono operata al laser e ci vedo benissimo.
Torno davanti alle due porte; c’č rimasto solo un tossico al quale confido i miei timori.
Tocca a me, mi affaccio: “Un momento!”, la dottoressa mi guarda torvamente sopra le lenti; esco…”Avanti!”, dicono dall’altra porta.
Mi infilo prontamente e c’č un dottore che mi dice che no, non serve un certificato per la vista se adesso ci vedo bene e, in men che non si dica, ho il mio certificato di guida tra le mani, mi dice di pagare alla cassa e addirittura non devo neanche tornare indietro!
Mi sembra di avere trovato il Paradiso, non me ne andrei neanche pių, č la stanza in cui tutti i miei problemi si risolvono!

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