frattali

Ieri, l’ancora sconosciuta poetessa e vate della conca ternana, della quale mi fregio di essere amica, Fabry, mi ha scritto questa poesia, in vernacolo:

TEMPI MODERNI

‘na vorta pe parlasse
toccaa da’ncontrasse
mo invece lu progressu
facilita l’accesso..

ci sta quisto COMPIUTE
che te permette tutto
accenni nu bottone
ed ecco il grande fruttu

te linghi a chi te pare
(chissà po’ che vor dire)
stai commodo in portrona
e ‘gni penzata è bona!

e Carla, la vebmaste,
‘mpiccia co li taste
pare che ce capisce
e manco se stranisce

concludo quisti versi
con una riflessione:
sta scatola ‘nfernale
che grande soluzzione!!!

Dell’esimia poetessa ho in serbo altre due poesie che pubblicherò nei prossimi giorni, perchè tutti godano di cotanti versi.
Ah! Fabrizia mia, che spasso!!!

Quando insegnavo al CentroMultiMediale, in un corso di alfabetizzazione informatica, un mio allievo, dipendente comunale e poeta (detto “lu poeta”), mi scrisse quest’altra poesia:

Proprio al centro assai mediale
C’è una sala eccezionale
Dove tutti hanno un p. c.
I, bi, emme o giù di lì

Con la voce assai si impegna
Piano piano poi ci insegna
calma calma ce ne parla
l’insegnante detta Carla

Con pazienza da maciste
Lei ci spiega e quindi insiste
Che il p.c. è un macchinario
D’orizzonte tanto vario

Una macchina perfetta
Da imparare senza fretta
Col p.c. si può parlare
Non c’è nulla da inventare.

Beh, ragazzi, essere muse ispiratrici è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo…

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